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Descrizione

Sorge in colle elevato nell’Alta Langa, ai cui piedi scorre il torrente Belbo, a 25 chilometri a sud da Alba. “Da quell’altura lo sguardo spazia su molte basse regioni del Piemonte e stendesi al Monferrato, ai monti liguri e alle Alpi che ne incoronano l’orizzonte” (Gustavo Straforello, Torino 1891 “La Patria - Geografia d’Italia – Prov. di Cuneo”).
Bossolasco è una romantica località di villeggiatura dalle origini molto antiche. I primi abitanti delle Langhe furono i Liguri Stazielli o Statielli, tribù di origine mediterranea (celtica) che i romani chiamavano con disprezzo Capillati per la lunga barba e i capelli incolti che portavano.
Nel II sec. a.C. l’intera zona divenne dominio dell’Impero Romano e nel 173 a.C. il console romano Marco Pompilio Lenate, per assoggettare gli Stazielli ribelli alle leggi romane, organizzò contro di loro una sanguinosissima spedizione punitiva. La rappresaglia si svolse con tale ferocia che venne persino censurata dal Senato. I superstiti si rifugiarono lungo il torrente Belbo dando origine a un piccolo agglomerato di capanne chiamato “Buxale ad Belbum” ovvero “luogo ricoperto di foreste di bossi vicino al Belbo”. Nel tempo, per ragioni difensive, gli Stazielli si spostarono sulla cresta della collina dando vita a Buxlacum, mantenendo il riferimento alle piante di bosso. Con il passare dei secoli il toponimo si trasformò in Buzzolasco (da “Bozolus-Bozzurùn”, ovvero biancospino), da cui deriva l’attuale denominazione.
Il primo documento in cui compare il nome di Bossolasco risale al 1077: Imilla, sorella di Adelaide di Susa e moglie di Oddone di Savoia, lo cita assieme ad altri paesi imponendo loro di fare una donazione per la costruzione della chiesa di S.Pietro in Musinasco (paese che ha dato origine a Villafranca Piemonte TO).
Per quasi cinque secoli gli Stazielli fecero parte dell’Impero Romano assimilandone la civiltà e vivendo in pace.
Nei quattro secoli successivi alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente, dal V al IX secolo d.C., il Piemonte, e quindi le Langhe, passarono sotto il controllo dei Barbari, dei Goti, dei Bizantini, dei Longobardi e quindi dei Franchi che, con Carlomagno, introdussero le Marche, governate dai marchesi.
Tra l’891 e il 972 le invasioni degli Ungari e le incursioni dei pirati Saraceni, provenienti dalle coste liguri, devastarono il Piemonte e la vicina Provenza.
Nel 967 con l’investitura di Aleramo a Signore delle Langhe, del Monferrato e della marca di Savona, ufficiata da Ottone I, le incursioni dei Saraceni cessarono. Nello stesso periodo vennero innalzate torri di avvistamento e castelli fortificati in tutto il territorio.
Il primo discendente di Aleramo fu Bonifacio Del Vasto, nome derivante dall’estensione dei suoi possedimenti. Da questi discendono i marchesi Del Carretto, signori di Bossolasco, il cui capostipite fu Enrico I, già marchese di Savona. Enrico I era detto il Guercio perché perse un occhio in un duello contro un principe saraceno durante la Crociata Siriana. Nel 1162 ottenne l’investitura su Bossolasco e sulle Langhe dall’amico imperatore Federico Barbarossa.
Il territorio venne tramandato da padre in figlio per diverse generazioni, passando dal marchesato di Cortemilia a quello di Busca. Con il passare dei secoli Bossolasco vide accrescere la sua importanza e il suo prestigio, tanto che nel 1324 Manfredo Del Carretto fece erigere un imponente castello e una cinta muraria difensiva con ponte levatoio. Il paese tra il 1431 e il 1432 venne elevato a marchesato e nel 1471 si espanse conglobando i comuni limitrofi.
Dal XV al XVIII secolo Bossolasco e le Langhe furono teatro delle battaglie contro i francesi, gli spagnoli e i Visconti di Milano.
Nel 1735 il feudo imperiale di Bossolasco passò sotto i Savoia ottenendo l’unificazione del Piemonte con Carlo Emanuele III.
Nel 1796 i francesi, con a capo Napoleone Bonaparte, invasero il Piemonte: le Langhe divennero teatro di battaglie che segnarono il declino della monarchia sabauda a favore del governo repubblicano. Alla fine del XVIII sec. il calendario romano venne sostituito con quello repubblicano, nelle piazze venne eretto l’albero della libertà, anche detto della cuccagna e vennero organizzati giochi e balli. Gli eccessi dei repubblicani Giacobini portarono all’esasperazione la gente che era stanca di vedersi derubata del bestiame e del denaro e persino multata se sorpresa senza coccarda Giacobina.
Napoleone regnò fino al 1813: furono anni caratterizzati da nuove costruzioni, strade, ma anche da massacri. Tutto ciò fece sì che le Langhe tornarono volentieri sotto la guida di re Vittorio Emanuele di Savoia, dal 1814 fino all’Unità d’Italia.
Durante la Resistenza (1943-1945) il territorio fu controllato dalle Formazioni Partigiane alle quali è dedicato il bel “Colle della Resistenza”.
(Stefania Cagnasso)


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